[seminario] Film belli come quelli americani

“FILM BELLI COME QUELLI AMERICANI”
Fassbinder, Douglas Sirk e il melodramma hollywoodiano

Seminario proposto dal Corso di Storia del Cinema Nordamericano (Prof. Carluccio) e rivolto a tutti gli studenti interessati

LUOGO E DATA: Aula Seminario Arte, martedì 14-16, a partire dal 3 dicembre 2013

Il seminario, articolato in una decina di incontri, prenderà in considerazione il rapporto tra il cinema di Fassbinder e il melodramma hollywoodiano, a partire da una più complessiva introduzione sul ruolo esercitato dal cinema hollywoodiano classico nei confronti del nuovo cinema tedesco.
Gli incontri, condotti da Giulia CarluccioMatteo Pollone, potranno prevedere la presenza di ospiti esterni, invitati su specifiche questioni.

Fimografia di riferimento:

Il cinema di Rainer Werner Fassbinder

Il soldato americano (Der amerikanische Soldat) (1970)
Il mercante delle quattro stagioni (Händler der vier Jahreszeiten) (1972)
Le lacrime amare di Petra von Kant (Die bitteren Tränen der Petra von Kant) (1972)
Nora Helmer (1974)
La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf) (1974)
Martha (1974)
Fontane – Effi Briest oder: Viele, die eine Ahnung haben von ihren Möglichkeiten und Bedürfnissen und dennoch das herrschende System in ihrem Kopf akzeptieren durch ihre Taten und es somit festigen und durchaus bestätigen (1974)
Voglio solo che voi mi amiate (Ich will doch nur, daß ihr mich liebt) (1976)
Despair (1978)
Un anno con 13 lune (In einem Jahr mit 13 Monden) (1978)
Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun) (1979)
Lola (1981)
Veronika Voss (Die Sehnsucht der Veronika Voss) (1982)

Il cinema di Douglas Sirk

Desiderio di donna (All I Desire) (1953)
Magnifica ossessione (Magnificent Obsession) (1954)
Secondo amore (All That Heaven Allows) (1955)
Come le foglie al vento (Written on the Wind) (1956)
Il trapezio della vita (The Tarnished Angels) (1958)
Lo specchio della vita (Imitation of Life) (1959)

Gli studenti interessati sono pregati di indirizzare la richiesta di iscrizione a:
giulia.carluccio@unito.it
entro il 22/11/2013

Eventuali riconoscimenti di crediti verranno concordati con la docente.

[avviso] Nuovo calendario lezioni Cinema Nordamericano

Si avvisano gli studenti che le prossime lezioni del corso di Storia del Cinema Nordamericano  si terranno nelle seguenti date:

  • mercoledì 20 novembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • martedì 26 novembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • mercoledì 27 novembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • venerdì 29 novembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • lunedì 2 dicembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • martedì 3 dicembre, 16.00-18.00 (Aula 5, 1 piano)
  • mercoledì 4 dicembre, 16.00-18.00 (Aulta 5, 1 piano)

Se non vi saranno ulteriori indicazioni, dalla settimana successiva al 4 dicembre le lezioni riprenderanno con l’orario consueto.

[focus] 14-15 novembre. Lou Reed. Torino Film Festival.

I focus di giovedì 14 novembre venerdì 15 novembre saranno dedicati a Lou Reed e alla retrospettiva “New Hollywood” del Torino Film Festival a cura di Emanuela Martini.

Il focus di giovedì, ore 11, presso l’aula 5 di Palazzo Nuovo, dedicato alla figura del grandissimo musicista rock americano recentemente scomparso, sarà curato da Simone Dotto (Università di Torino, critico musicale).

Venerdì, alle ore 9.30, presso l’Auditorium del Laboratorio Quazza (Palazzo Nuovo, piano seminterrato), l’incontro “New Hollywood” con Emanuela Martini, Vicedirettrice del Torino Film Festival e curatrice della retrospettiva dedicata al cinema della New Hollywood.

[presentazione] Di scena a Hollywood, 29 ottobre

Si avvisa che l’incontro previsto per oggi presso la Bibliomediateca Mario Gromo è stato rinviato a data da destinarsi.

[festival] Brevi annotazioni sulla sezione Venezia Classici 2013

di Giulia Muggeo

Per il primo anno nella storia della Mostra del Cinema di Venezia, i grandi classici sono stati affidati a ventotto studenti provenienti dai Dipartimenti di Spettacolo delle Università italiane. Il direttore della Mostra Alberto Barbera, ha voluto fin da subito dare fiducia e spazio ad una giuria formata da «spettatori del futuro», nonostante questa scelta abbia sollevato alcune critiche, tra tutte quella del critico Tatti Sanguineti.

La sezione restauri di Venezia Classici è nata seguendo il principio messo già in atto dal recente successo di To Be Or Not To Be (E. Lubitsch, 1942), ridistribuito nelle sale da Teodora Film. La giuria DAMS non aveva il compito di giudicare il valore del restauro nelle sue componenti tecnico-formali, ma si è cercato piuttosto di comprendere il valore della riproposizione stessa. Una riproposizione che compromette e al contempo fortifica il film, il quale, pur trovandosi immesso in un contesto-altro, finisce con l’esserne ugualmente il riflesso. A questo proposito è interessante notare come i film risultati più efficaci all’interno della rassegna, provengano da ambienti e contesti ampiamente differenti se non antitetici gli uni agli altri. Ciononostante, i discorsi e commenti interni alla giuria, ritornavano incessantemente sull’idea di un film «che ha ancora oggi qualcosa da dire», o che «affronta tematiche attuali nonostante sia datato», due elementari formule, queste, che sono state facilmente attribuite a My Darling Clementine (J. Ford, 1946) così come a Vaghe stelle dell’Orsa (L.Visconti, 1965). Come confrontare dunque film che non dicono e raccontano solo del proprio tempo, ma di ogni tempo? E quindi, come giudicare un classico? È indubbio che la scelta finale sia stata presa non soltanto in veste di spettatori ma anche e soprattutto in quanto studenti di cinema, capaci di comprendere quanto la riproposizione di un regista, prima ancora di un film, possa essere letta come una forte necessità di riscoperta e di rivalutazione, nelle Università così come nelle sale cinematografiche. Forse per questo motivo la giuria si è fin da subito interessata al caso rappresentato da La proprietà non è più un furto (E. Petri, 1973), restaurato dalla Cineteca di Bologna, promosso dal Museo Nazionale del Cinema di Torino con Titanus, e decretato infine vincitore della rassegna. Una decisione che ha stupito lo stesso direttore della Cineteca Gianluca Farinelli, che ha visto in questo riconoscimento una scelta coraggiosa, oltre che una valorizzazione del lavoro svolto dalla Cineteca. Quest’ultima, come ha affermato lo stesso direttore, può dirsi doppiamente soddisfatta dal risultato ottenuto, poiché a fiancheggiare il film di Petri e ad occupare un ideale secondo posto, è stato il film Pane e Cioccolata (F. Brusati, 1973), altro prezioso restauro promosso dalla Cineteca di Bologna con il CSC – Cineteca Nazionale e Lucky Red. Si è trattato dunque di un testa a testa nostrano tra due film usciti nel medesimo anno, e che hanno dato vita ad una “competizione” per certi versi insolita.

Da entrambi i lati il linguaggio universale e al contempo tutto italiano di due attori, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi, protagonisti degli anni più fertili del cinema italiano. Da un lato il drammatico sguardo finale di Nino Garofolo, protagonista di Pane e Cioccolata, una figura tragicomica che riesce a rendere palpabile la dolorosa sensazione di (non) appartenenza tout court. Dall’altro lato il ricco macellaio romano interpretato da Tognazzi nel film di Petri; un volto, il suo, che trasuda gli altrettanto dolorosi significati assunti dal possesso e, ancora una volta ma in termini differenti, dall’appartenenza.

Con o senza diretti rimandi al restauro cinematografico, si comprende immediatamente come il colore, tratto fondamentale di entrambi i film, abbia in qualche modo dato vita ai personaggi, fino a determinare l’esistenza e l’appartenenza degli stessi: un’appartenenza culturale, come quella sentita e rinnegata da Nino Garofolo nell’osservare l’idilliaco biondo platino degli svizzeri, contrapposto all’oscuro e tragico nero degli italiani che abitano il pollaio. O un’appartenenza sociale, che dapprima pone in netta opposizione il volto pallido e mortifero di Total (Flavio Bucci), con l’antitetico carnale macellaio interpretato da Tognazzi, per poi portare i due ruoli a confondersi e a compenetrarsi all’interno di quegli spazi neri e neutri. Spazi in cui i personaggi si rivolgono apertamente al pubblico, lo deridono e lo chiamano in causa, spazi neri che eliminano ogni confine tra gli oggetti, ogni definizione di proprietà.

In conclusione, non si è trattato soltanto di scegliere tra due classici, ma anche e soprattutto tra due eterne formule: l’io ho, formula-fantasma che accompagna l’intero film di Petri, e l’io sono, o meglio il «chi sono?» di un Nino Garofolo dai capelli castano-biondi.

Filmografia New Hollywood

E’ stata pubblicata, sulla pagina ufficiale del corso, la filmografia. I film in neretto sono caldamente consigliati.

  • Il laureato (The Graduate) (1967) di Mike Nichols
  • Gangster Story (Bonnie & Clyde) (1967) di Arthur Penn
  • Easy Rider (1969) di Dennis Hopper
  • Butch Cassidy (Butch Cassidy and the Sunance Kidd) (1969) di George Roy Hill
  • Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch) (1969) di Sam Peckinpah
  • Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy) (1969) di John Schlesinger
  • Cinque pezzi facili (Five Easy Pieces) (1970) di Bob Rafelson
  • Soldato blu (Soldier Blue) (1970) di Ralph Nelson
  • M*A*S*H (1970) di Robert Altman
  • Piccolo Grande Uomo (Little Big Man) (1970) di Arthur Penn
  • Il clan dei Barker (Bloody Mama) (1970) di Roger Corman
  • Punto zero (Vanishing Point) (1971) di Richard C.Sarafian
  • Harold e Maude (Harold & Maude) (1971) di Hal Ashby
  • Il re dei giardini di Marvin (The King of Marvin Gardens) (1971) di Bob Rafelson
  • Il braccio violento della legge (French Connection) (1971) di William Friedkin
  • Mean Streets (1972) di Martin Scorsese
  • Il padrino (The Godfather) (1972) di Francis Ford Coppola
  • Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Jeremiah Johnson) (1972) di Sidney Pollack
  • Un tranquillo week-end di paura (Deliverance) (1972) di John Boorman
  • Strada a doppia corsia (Two-Lane Blacktop) (1972) di Monte Hellman
  • American Graffiti (1973) di George Lucas
  • La rabbia giovane (Badlands) (1973) di Terrence Malick
  • Serpico (1973) di Sidney Lumet
  • Le due sorelle (Sisters) (1973) di Brian De Palma
  • L’esorcista (The Exorcist) (1973) di William Friedkin
  • La stangata (The Sting) (1973) di George Roy Hill
  • Chinatown (1974) di Roman Polanski
  • La conversazione (The Conversation) (1974) di Francis Ford Coppola
  • Il padrino – Parte II (The Godfather: Part II) (1974) di Francis Ford Coppola
  • Lo squalo (Jaws) (1975) di Steven Spielberg
  • I tre giorni del Condor (Three Days of the Condor) (1975) di Sidney Pollack
  • Nashville (1975) di Robert Altman
  • Quel pomeriggio di un giorno da cani (Dogday Afternoon) (1975) di Sidney Lumet
  • Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men) (1976) di Alan J. Pakula
  • Distretto 13: le brigate della morte (Assault on Precinct 13) (1976) di John Carpenter
  • Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese
  • Io e Annie (Annie Hall) (1977) di Woody Allen
  • Guerre stellari (Star Wars) (1977) di George Lucas
  • Il cacciatore (The Deer Hunter) (1978) di Michael Cimino
  • Halloween (1978) di John Carpenter
  • Animal House (1978) di John Landis
  • Un mercoledì da leoni (Big Wednesday) (1978) di John Milius
  • Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola
  • Manhattan (1979) di Woody Allen
  • Toro scatenato (Raging Bull) (1980) di Martin Scorsese
  • I cancelli del cielo (Haven’s Gate) (1980) di Michael Cimino